Disturbi del Sonno

Disturbi del Sonno

“Gli insonni non dormono perché si preoccupano, e si preoccupano perché non dormono.”

(FRANKLIN PIERCE ADAMS)

Il sonno è una delle funzioni principali della nostra vita psichica, che consente all’organismo di mantenere un benessere fisiologico e un adeguato funzionamento psico-sociale nelle fasi di veglia.

Il sonno umano fisiologicamente comprende due fasi principali: la fase REM (Rapid Eye Movement) e la fase non-REM (NREM). Queste fasi si alternano regolarmente nel corso del ciclo di sonno e sono distinguibili in base al tono muscolare (basso tono nella NREM, atonia muscolare nella REM) e attività psichica (minima nella fase NREM e con attività onirica nella REM).

I disturbi del sonno costituiscono un’ampia gamma di condizioni cliniche accomunate dal fatto di non riuscire a trarre beneficio dal proprio riposo e di percepire il proprio sonno come insufficiente o insoddisfacente nella qualità e nella quantità, con un conseguente stress e disagio durante le ore di veglia.

Secondo il più recente manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5, 2014) i disturbi del sonno comprendono il disturbo da insonnia, il disturbo da ipersonnolenza, la narcolessia, i disturbi del sonno correlati alla respirazione, i disturbi dell’arousal del sonno REM, la sindrome da gambe senza riposo e il disturbo del sonno indotto da sostanze/farmaci.

In particolare il disturbo da insonnia è una condizione che colpisce il 30% della popolazione generale in forma episodica e il 10% in forma cronica (con conseguente condizionamento del funzionamento globale dell’individuo interessato).

 

Disturbo da insonnia

Secondo il DSM-5 (2014),  l’insonnia è caratterizzata da insoddisfazione soggettiva  riguardo la quantità o la qualità del sonno, che si può verificare nelle seguenti fasi:

  • difficoltà a iniziare il sonno al momento di coricarsi (insonnia iniziale)
  • difficoltà a mantenere il sonno, con risvegli frequenti o protratti nel corso della notte (insonnia centrale)
  • presenza di risveglio precoce al mattino con difficoltà a riaddormentarsi (insonnia tardiva)

L’alterazione del sonno spesso compromette le normali abitudini di vita, comprendendo anche  effetti nelle ore diurne che frequentemente riguardano:

  • pensieri ricorrenti e preoccupazioni relative al sonno
  • maggiore affaticabilità
  • abbassamento del tono dell’umore e/o maggiore irritabilità
  • diminuzione della capacità di concentrazione con un possibile peggioramento nel rendimento sociale e lavorativo
  • sintomi fisici, quali mal di testa, fomicolii, stati tensivi, sintomi gastrointestinali

 

Affinchè si possa diagnosticare tale condizione clinica è necessario che gli episodi si verifichino almeno tre volte a settimana e persistano per almeno tre mesi, nonostante vi siano adeguate condizioni per dormire.

Elementi cognitivi e comportamentali legati all’insonnia

Frequentemente, dopo un primo episodio di insonnia causato da fattori stressanti e situazionali, chi soffre di questo disturbo tende ad attivare un circolo vizioso che porta  a una reiterazione e a un mantenimento di tali episodi.

Capita infatti che la persona, a seguito di un episodio di insonnia, possa andare a letto con apprensione, sforzandosi di dormire a tutti i costi e attivando così un’ansia da prestazione riguardo al sonno. Questo atteggiamento, secondo il modello dell’insonnia di Morin (1993), porta a un’attivazione psicofisiologica (arousal) che disturba la naturale sequenza di rilassamento, sonnolenza e addormentamento, creando un effetto di condizionamento negativo. Secondo Espie e collaboratori (2006), il sonno è un processo automatico, che richiede di essere ricercato in modo spontaneo, senza controllo e senza un eccessivo pensiero su di esso. Tale automatismo viene compromesso se la persona riversa sul sonno un’attenzione selettiva, intenzionalità esplicita o sforzo.

Oltre agli elementi cognitivi è importante  considerare ed eventualmente sottoporre a trattamento anche gli aspetti comportamentali che ostacolano l’addormentamento. Questi elementi, ad esempio, possono riguardare la presenza di brevi addormentamenti durante il giorno oppure la presenza di uno stato di attivazione eccessivo prima di coricarsi.

Elementi emotivi legati all’insonnia

Oltre agli elementi cognitivi e sintomatici, spesso nell’analisi di questi disturbi è importante valutare anche gli elementi emotivi o gli aspetti collegati alla sfera personale e relazionale della persona, che prescindono dal sonno. Le condizioni cliniche di insonnia infatti spesso si associano ad altri elementi clinici, quali ansia e depressione. Potrebbe essere importante, quindi, analizzare anche la fase di vita che la persona sta attraversando, la presenza di fattori di stress ambientali, l’eventuale fase di cambiamento o di adattamento in corso.

Frequentemente può capitare che i pensieri o gli stati emotivi, che si presentano in concomitanza all’insonnia, possano costituire un punto di partenza per indagare una dinamica interna conflittuale che l’individuo sta vivendo nel corso della propria esistenza.

 

Trattamento dell’insonnia

La psicoterapia rappresenta il trattamento elettivo per l’insonnia. La sua efficacia è stata dimostrata sia per pazienti con insonnia primaria (Trauer et al., 2015), sia per soggetti con altri sintomi in comorbidità (Taylor & Pruisma, 2014). Al trattamento psicoterapeutico può essere affiancato, se ritenuto utile, anche un trattamento farmacologico con visita e prescrizione dello psichiatra.

Presso Milanopsy offriamo un servizio di consulenza, attraverso un primo colloquio clinico, che permette di effettuare un primo esame diagnostico della sintomatologia riportata. In seguito è possibile definire un percorso psicoterapeutico con gli specialisti dello studio, definendo una proposta personalizzata rispetto alle esigenze, alle risorse e alle problematiche presentate dalla persona.

 

 

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