SHOPPING COMPULSIVO
Approfondimenti
La tendenza a promuovere l’acquisto da parte della pubblicità, negli anni sempre maggiore, ha convinto molti individui che il possesso di un prodotto sia sinonimo di benessere interno ed esterno e dunque di felicità.
Tale fenomeno è cresciuto così tanto da creare in certe persone, nelle quali vi sono già dei disagi personali, lo shopping compulsivo, che sfocia in una vera e propria dipendenza dagli acquisti nel momento in cui si presentano sintomi psico-fisici, simili alla dipendenza da sostanze.
Lo shopping compulsivo è principalmente caratterizzato da una tendenza a manifestare preoccupazioni e impulsi intrusivi e ricorrenti rivolti alla ricerca e a incontrollabili comportamenti di acquisto di beni superflui o di valore superiore rispetto alla propria disponibilità economica.
La tendenza è quella di comprare in particolare oggetti inutili e non indispensabili, e addirittura senza seguire i propri gusti e senza tener conto delle proprie disponibilità finanziarie (a cura di Caretti e Barbera, 2014).
Anche in tal caso come in tutte le dipendenze la persona impiega un tempo superiore rispetto a quello preventivato e, di conseguenza vi è una grave compromissione del funzionamento sociale, lavorativo e familiare nonostante le conseguenze negative, compresi sentimenti di colpa e di vergogna. Le conseguenze familiari possono riguardare problemi di natura finanziaria, attività illegali e determinare ideazioni suicidarie (McElroy et. Al, 1994).
Una delle cause di natura psicologica può esser quella di ricercare una propria identità e sicurezza nell’acquisto e nell’oggetto stesso appena comprato.
Altra possibile causa psicologica è quella della ricerca di emozioni, sensazioni e sentimenti di benessere e felicità e il cercare di colmare un vuoto interiore.
Alcuni studi segnalano che la scelta dei prodotti interessa prevalentemente vestiti, scarpe, gioielli, cosmetici e articoli per la casa nel caso delle donne mentre per gli uomini si parla di acquisto di attrezzature tecnologiche e sportive, accessori per auto. Oggetti che sembrano riflettere gli aspetti legati all’apparenza e all’immagine esteriore di chi li indossa.
Inoltre lo shopping compulsivo non è inteso come momento di condivisione con altri ma è un’attività che viene svolta da soli, è una sorta di piacere privato che può costituire anche momento di imbarazzo per le scelte d’acquisto o la spesa finanziaria che supera la propria disponibilità.
Krueger (1988) sottolinea che la scelta dei beni di consumo come oggetto di compulsioni può assumere la valenza di un gesto riparativo dell’autostima e influenzare positivamente il tono dell’umore. Inoltre vestiti, gioielli, articoli tecnologici permettono di ravvicinare l’immagine del Sé ideale a quella del Sé reale, rafforzando un’immagine di sé instabile e priva di valore, alleviando sentimenti di depressione e vuoto.
Black (2007) distingue 4 fasi attraverso cui si manifestano le condotte patologiche di acquisto:
- Anticipation, la persona sviluppa un pensiero o un impulso relativo all’acquisto di un specifico oggetto, momento preceduto da depressione, ansia, noia o autosvalutazione.
- Preparation, riguarda la preparazione e l’organizzazione dell’attività attraverso l’individuazione del negozio o dell’area in cui svolgere lo shopping, la scelta dell’abbigliamento, degli accessori e delle modalità di pagamento.
- Shopping, sensazione di eccitazione e gratificazione nell’esperienza dello shopping.
- Spending, sentimenti successivi di depressione e autoriprovazione.
L’acquisto compulsivo certe volte rappresenta uno dei sintomi di un disturbo psicologico diverso.
La presenza di un deficit nel controllo dei propri impulsi è rappresentato dall’impulso a comprare, vissuto come irresistibile ed incontrollabile.
Tali caratteristiche rendono lo shopping compulsivo simile ad altre manifestazioni di scarso controllo, come ad esempio il gioco d’azzardo patologico o la dipendenza da alcol, comprese le crisi di astinenza e i sintomi di dipendenza.
Dott.ssa Michela Romano
Psicologa e Psicoterapeuta