PSY AMBIENTALE

Che cos’è la Psicologia Ambientale?

La psicologia ambientale si fa strada intorno agli anni 50 ma ancora prima fu Lewin (1936) a parlare di individuo, luogo e processo.

Tale disciplina va a studiare l’interazione uomo-ambiente, dove l’individuo viene considerato parte del contesto, e va ad indagare il comportamento, i processi cognitivi e le risposte affettive ed emotive che gli individui hanno in funzione degli stimoli ambientali.

Per ambiente si intende sia quello costruito come case, ospedali, scuole, strade sia l’ambiente naturale come parchi, aree verdi, corsi d’acqua.

Il fine è comprendere la natura di queste interazioni e usare tali conoscenze per una progettazione più funzionale ai bisogni dell’utente.

 
Di cosa si occupa?

Vi sono diversi filoni di ricerca che indagano sia l’influenza dell’ambiente sugli aspetti psicofisiologici dell’individuo in termini di benessere, sia del comportamento proattivo delle persone verso l‘ambiente naturale in termini di cura; altri studi prendono piede dalle teorie della Gestalt e si concentrano sugli aspetti della percezione, le caratteristiche cognitive, la costruzione di mappe mentali  che l’individuo utilizza per orientarsi nel contesto naturale e costruito.

All’interno di questa macro area troviamo il concetto di biofilico che richiama il contatto originario dell’uomo con la natura e molti dei nostri comportamenti dipendono da questo tipo di legame. Perciò la preferenza ambientale dipende da questa tipologia di legame e da quanto l’uomo ne trae beneficio provando emozioni e sentimenti positivi tanto da sentire un senso di rigenerazione psicofisiologica; questo rapporto può essere sostenuto sia dall’esposizione all’ambiente naturale sia da un design biofilico.

 
Quali gli obiettivi e le aree di intervento?

Il fine della psicologia ambientale è quello di tenere conto nella progettazione delle variabili psicologiche: cognitive, affettive-emotive e comportamentali e, le caratteristiche ambientali in modo da favorire benessere psicofisiologico e soddisfacimento dei bisogni dell’utente.

Questo può avvenire in contesti sanitari e luoghi di cura come ospedali, residenze per anziani, comunità; in contesti quotidiani come scuole, uffici, abitazioni private, strade e piste ciclabili, e in ambienti naturali come aree verdi, parco giochi.

Un ambiente progettato con i criteri della psicologia ambientale porta a migliorare lo tono dell’umore, riduce lo stress psicofisico, abbassa il livello di ansia, aumenta il livello di concentrazione e di rigenerazione attentiva; inoltre modifica i parametri fisiologici come la pressione sanguigna, la tachicardia, la saturazione, la frequenza respiratoria, la temperatura corporea. In quest’ottica le persone sono più serene a vivere in quell’ambiente e sono più motivate a starci.


IL RUOLO DELLO PSICOLOGO AMBIENTALE

Lo psicologo ambientale può fornire il suo contributo in fase di analisi, di progettazione e di verifica finale affiancando delle figure più tecniche come l’architetto, il designer, l’ingegnere e offrendo una consulenza con l’applicazione di strumenti standardizzati o costruiti su misura affinché si possa rispondere alla richiesta del committente e ai bisogni di chi abita quello spazio in un’ottica di efficacia, funzionalità nonché di miglioramento del benessere psicologico percepito.

Si parte dall’analisi dei bisogni attraverso l’osservazione diretta, l’uso di strumenti come questionari, interviste, colloqui, focus group, mappe comportamentali e si fornisce una restituzione che va ad evidenziare le qualità e le criticità di quel luogo ipotizzando possibili interventi per una fase successiva di realizzazione.

 
SERVIZI CHE OFFRIAMO

CONSULENZA partendo dalla domanda del cliente e dall’analisi dei bisogni;

FORMAZIONE a enti pubblici e privati, aziende, privati;

PACCHETTI PERSONALIZZATI su richiesta del cliente e con la collaborazione di più professionisti esperti in materia (Psicologo clinico, Psicologo del lavoro, Architetto, Paesaggista).